mercoledì 4 dicembre 2013

Intangible Assets contro la crisi

Dei beni intangibili delle imprese italiane si torna periodicamente a parlare quale fattore in grado di creare valore e rafforzare le prospettive di sviluppo. Una tematica che diventa priorità alla luce della crisi che sta investendo il tessuto economico italiano, che verrà approfondita giovedì 28 novembre alle ore 16,30, presso l’Auditorium del Centro Direzionale di Veneto Banca a Montebelluna nell’ambito del convegno “I beni intangibili dell’impresa: l’innovazione che crea valore e nuove prospettive nella finanza strutturata”.

Un appuntamento organizzato dall’Istituto di credito in collaborazione con Studi Professionali Integrati di Montebelluna e Brandstock, società leader in Europa nella tutela e valutazione delle proprietà intellettuali.

I beni intangibili (marchi, brevetti, capitale intellettuale, relazionale, organizzativo ed umano) sono gli elementi patrimoniali di più difficile interpretazione, ma sono potenziali fattori di elevato potere economico. Cosicché si rende necessario giungere finalmente a modelli di rilevazione e iscrizione a bilancio adeguati per la piena valorizzazione del capitale economico inespresso di un’impresa. Essere consapevoli delle reali risorse di un’impresa può aprire nuove possibilità di business, migliorare la competitività ed avere una rinnovata e potenziata capacità di finanziarsi. Ad approfondire queste tematiche contribuiranno gli interventi di Alessandro Vardanega (Presidente di Unindustria Treviso), Daniele Scavaortz (Direttore Crediti di Veneto Banca), Volker Spitz (CEO Brandstock Services), Tankred Vogt (Director Brandstock Valutation) e Giovannibattista Sernaglia (Studio Sernaglia, Bottari e Associati). Moderatore della discussione sarà Alessandro Garofalo, uno dei maggiori esperti italiani in tema di Innovazione e Creatività.

“Il riconoscimento e la valutazione degli intangible assets è un fattore sempre più determinante, soprattutto per il made in Italy, che apre anche alla possibilità di nuovi progetti di finanza strutturata – ha sottolineato Daniele Scavaortz, Direttore Crediti di Veneto Banca, che sarà tra i relatori della giornata -. Ad oggi, pur con modelli di rilevazione ancora non del tutto adeguati, quantificare il peso di questi valori per i grandi gruppi è certamente più facile. Ma occorre lavorare perché ciò avvenga anche per le piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale del tessuto produttivo nazionale. Anche per questo abbiamo ritenuto importante organizzare questo seminario a carattere strettamente tecnico e concreto”.

“Uno degli effetti di questa prolungata crisi è di aver messo in discussione molte certezze e modelli anche nella determinazione degli assets da considerare nella valutazione del rating di un’impresa. Quelle stesse imprese, che in passato hanno investito il loro capitale soprattutto in assets materiali (macchine, capannoni, prodotti), riservano ora una crescente attenzione all’investimento in “beni immateriali” – ha spiegato il Presidente di Unindustria Treviso, Alessandro Vardanega -. Tra questi proporrò di considerare anche il valore del capitale umano perché, alle regole attuali, un macchinario fa parte dell’attivo patrimoniale mentre assumere un Premio Nobel è un costo. Credo si debba superare questa situazione ma al lavoro teorico per definire nuovi modelli di valutazione si deve affiancare un nuovo quadro giuridico internazionale per inserire tali indici tra le norme contabili che definiscono il patrimonio di un’azienda. E’ un lavoro complesso ma necessario a prendere atto, anche formalmente, che l’economia, e il mondo, sono cambiati”.

“I Bilanci che attualmente le imprese redigono e pubblicano raramente esprimono la reale consistenza del loro patrimonio intangibile - ha puntualizzato Giovannibattista Sernaglia, Partner di Sernaglia, Bottari e Associati, divisione di Accounting e Tax Advisoring di Studi Professionali Integrati-. Eppure per moltissimi settori economici italiani sono proprio i valori intangibili a costituire la maggior parte del valore economico dell’azienda. Come tecnici, ci dobbiamo far carico dell’impegno di trasmettere agli imprenditori gli strumenti con i quali identificare e iscrivere a Bilancio i propri beni intangibili, abbandonando le riserve che caratterizzavano i vecchi modelli ma senza derogare ai princìpi di trasparenza e correttezza. In questo modo sarà possibile giungere ad una misurazione del valore economico del capitale aziendale e delle sue variazioni nel tempo. I Principi Contabili Nazionali ed Internazionali sono strumenti fondamentali per assicurare credibilità ai Bilanci delle imprese, così come i Principi di Valutazione, in via di pubblicazione da parte dell’OIV – Organismo Italiano di Valutazione - possono essere un utile ed affidabile punto di riferimento per la valorizzazione della proprietà intangibile, nell’interesse dell’impresa stessa e per relazionarsi con i potenziali investitori e finanziatori.”

Il Gruppo Veneto Banca è una delle prime 12 realtà bancarie italiane per masse amministrate. Attualmente si compone di tre banche in Italia (Veneto Banca, Banca Apulia e Banca Intermobiliare) e 4 nell’Est Europa (Banca Italo Romena in Romania, Eximbank in Moldova, Veneto Banka in Croazia e Veneto Banka in Albania). La mission dell’istituto è essere una realtà innovativa e autonoma, leader nei propri territori, capace di fornire servizi di qualità e di generare, con etica e responsabilità, valore nel tempo per soci, clienti e dipendenti.
Contatti:
Ufficio Stampa Gruppo Veneto Banca
Mirella Piva, tel. 0423 28336, mirella.piva@venetobanca.it
Andrea Brunori, tel. 0732 708771, andrea.brunori@carifac.it Autore della pubblicazione: Enrica Vigato Direttore Editoriale Who's Who in Italy

Nessun commento:

Posta un commento